Resi noti i risultati della XXIX Edizione del Premio Città di Melegnano 2024 presieduta nella sezione Poesia Massimo Barile, e nella sezione Narrativa da Monica Colombini, dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha così decretato:
Sezione Poesia
La Giuria della XXXIX Edizione del Premio Città di Melegnano 2024 presieduta nella sezione Poesia da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha così decretato:
Opera 1^ classificata: «Mille frantumi» di Annamaria Farricelli, Castellammare di Stabia (Napoli). Questa la motivazione della Giuria. «Nella lirica di Anna Maria Farricelli domina un senso di dissolvimento tra le “crepe del tempo” e le anomalie d’un simbolico orizzonte degli eventi, sulla linea di confine della caduta nel nulla.
Sul palcoscenico dell’esistenza “ogni passo diventa un rischio”, un baratro occulto che va di pari passo con un “destino incerto” fortemente percepito dalla poetessa.
Durante il processo lirico le inevitabili perdite, le “speranze sospese” ed i sogni infranti diventano substantia di una condizione esistenziale sovente in bilico tra fragilità e ritrovata forza, capace di offrire nuove prospettive grazie solo ad un lieve spiraglio luminoso.
Tale processo di ricerca e di scandaglio interiore conduce ad una conquista del proprio sé, della propria interezza, prima umana e, poi, lirica.
La visione poetica e la percezione lirica di Anna Maria Farricelli risultano estremamente penetranti ed incisive, riuscendo ad illuminare le zone più segrete e celate dell’animo umano». Massimo Barile
Vince: Attestato – Trofeo Benedetto Di Pietro – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione della poesia sull’Antologia – Pubblicazione della Poesia su Internet www.club.it
Opera 2^ classificata: «In noi molto di più» di Manuela Cecchetti, Gambettola (Forlì-Cesena). Questa la motivazione della Giuria. «Non siamo che semplice pulviscolo cosmico vagante in un “mistero indecifrabile” mentre lo sguardo “scruta il caos” della realtà circostante.
Nell’”alveo celeste”, nel silenzio senza tempo, la voce si rivolge al cielo e ci ritroviamo impotenti davanti “all’implacabile prodigio”.
Il processo lirico miscela anima ed essenza, substantia primigenia e spiritus, penetrando nel profondo d’una visione che catapulta in una dimensione superiore.
Manuela Cecchetti offre in dono una percezione lirica che diventa afflato vitale universale». Massimo Barile
Vince: Attestato – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’autore – Pubblicazione della poesia sull’Antologia – Pubblicazione della Poesia su Internet www.club.it
Opera 3^ classificata: «Le solitudini» di Chris Mao, Ormea (Cuneo). Questa la motivazione della Giuria. «Nella lirica di Chris Mao si avverte chiaramente Il senso di una dispersione che si rivela “in ogni respiro”, che ricopre gli “incauti pensieri” e le immancabili illusioni umane.
In questo teatro esistenziale la “sofferta rinuncia” si ammanta di un’ansia ancestrale, si miscela e si plasma con le “solitudini” percepite dal poeta che diventano espressione d’un “abbandono incombente”, dispersione in uno spazio senza tempo, abbaglio d’un giorno “morente”, ma il poeta, proprio nel momento dell’ultimo abbandono, quasi magicamente, ritrova lo spiraglio della speranza, la Luce rigenerante». Massimo Barile
Vince: Attestato – Pubblicazione di un quaderno di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 50 copie all’autore – Pubblicazione della poesia sull’Antologia – Pubblicazione della Poesia su Internet www.club.it
Opera 4^ classificata: «Ho dimenticato chi sono» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa). Questa la motivazione della Giuria. «Nella lirica di Sergio Baldeschi ritroviamo la consueta raffinata visione poetica che estrapola, dal personale universo emozionale, le pulsioni più profonde e segrete dell’animo.
Durante il processo lirico si miscelano il recupero memoriale, lo sguardo critico verso la realtà presente e la consapevolezza della precarietà dell’umano vivere: il poeta avverte d’esser cullato dal tempo che distilla i giorni dell’esistere, nell’amara constatazione che “ogni attesa” muterà inevitabilmente in “illusione”.
La Parola di Sergio Baldeschi penetra nel profondo del mondo interiore con un costante scandaglio critico che scruta ed indaga i giacimenti emozionali del poeta e, come sempre, la sua percezione lirica riesce a suscitare l’animo». Massimo Barile
Opera 5^ classificata: «Di noi resterà il fumo dei ricordi» di Vittorio Di Ruocco, Pontecagnano Faiano (Salerno). Questa la motivazione della Giuria. «Nella lirica di Vittorio Di Ruocco assumono un ruolo vitale le molteplici manifestazioni dell’amore, tra evanescenza ed inquietante mistero, tra visione onirica e “roboante eco di abbracci”.
La memoria diventa amorevole culla celeste alla quale abbandonarsi, ricordo dell’anima della persona amata, simbolico “sogno da inverare”, dopo aver vissuto “in preda alla bellezza/pronti a morire per l’eternità”.
Il poeta coglie e fissa le più labile percezioni dell’animo grazie ad una visione capace di rendere “bruciante” lo sguardo critico sempre proteso a disvelare il segreto dell’esistere.
La sua Parola rende in modo perfetto l’intenzione lirica». Massimo Barile
Opera 6^ classificata: «La presenza» di Giorgio Valdes, Sestu (Cagliari). Questa la motivazione della Giuria. «Nello smarrimento della vita e nel mistero che circonda il percorso umano si espande la visione lirica di Giorgio Valdes che offre una poesia intensa e fortemente sentita nell’animo.
La “presenza divina” come dono che si fa Luce, oltre il tempo e lo spazio, e capace di condurre verso un inesplicabile “desiderio d’infinito”, diventa luminosa testimonianza lirica.
Nella tessitura della vita la consapevolezza della propria condizione nasce dal profondo del cuore e oltrepassa le difficoltà e le contraddizioni del vivere, perché dopo la sofferenza non vi può essere che l’abbraccio universale». Massimo Barile
Opera 7^ classificata: «Nulla e paura» di Luciano Benedetti, Verona. Questa la motivazione della Giuria. «Nella poesia di Luciano Benedetti la visione lirica diventa necessità vitale mentre le molteplici manifestazioni della vita ed il travaglio dei “giorni vissuti” incalzano a ritmo serrato.
Nella lirica si percepisce la sensazione che il tempo scivoli via dalle mani come fine sabbia e con “quel niente” che rimane si devono fare i conti nel “turbinio” dell’esistenza: le occasioni della vita, di montaliana memoria, hanno regalato gioia e dolore, prospettive mancate ed attese inutili nell’incalzare delle stagioni dell’esistenza.
Il ricordo “sbiadisce” e viene meno l’incanto: tutto pare un labirinto inestricabile.
La Parola lirica diventa atto salvifico». Massimo Barile
Opera 8^ classificata: «Così accade» di Roberto Romanato, Vicenza. Questa la motivazione della Giuria. «La visione lirica di Roberto Romanato riconduce ad una riflessione sulla condizione esistenziale e si conclude con la consapevolezza che, in ultima analisi, si deve continuare a “vivere”.
Dopo le vicissitudini, tra luce e dolore, rimane la substantia autentica del vivere: un volto che regala serenità, una mano che aiuta, un contatto emotivo “insperato”.
Le evidenze liriche sono rese in modo sintetico, ma estremamente efficace.
Opera 9^ classificata: «Appoggi su di me parole» di Maria Teresa Coppola, Pisa. Questa la motivazione della Giuria. «La percezione lirica di Maria Teresa Coppola accarezza come una musa ispiratrice, fino a perdersi in una dimensione onirica, in una condizione di sospensione tra realtà e visione.
Maria Teresa Coppola, con brevi versi che caratterizzano la sua poesia, fissa tale condizione dell’animo offrendo illuminazioni liriche che salvano solo ciò che merita di essere custodito nel cuore». Massimo Barile
Opera 10^ classificata: «Settembre» di Pierluigi Abbate, Bari. Questa la motivazione della Giuria. «Nella lirica di Pierluigi Abbate si avverte chiaramente il senso del tempo che scorre inesorabile, la finitudine dell’umano vivere, la constatazione del poeta che riconduce agli anni ormai trascorsi, al cammino della vita, alle forze che inevitabilmente “scemano”.
Il desiderio d’un simbolico abbraccio che consoli ed aiuti nel cammino rappresenta una testimonianza esistenziale e lirica che diventa compenetrazione nelle molteplici manifestazioni del vivere, fino a raccogliere il fluire del respiro della vita.
Pierluigi Abbate offre una poesia fortemente sentita e profondamente pervasa d’umanità». Massimo Barile
Dal 4° al 10° classificato vincono: Attestato – Pubblicazione della Poesia sull’antologia con assegnazione di 2 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione della Poesia su Internet www.club.it
Sezione Narrativa Melegnano 2024
La Giuria della XXIX Edizione del Premio Città di Melegnano 2024 presieduta nella sezione Narrativa da Monica Colombini, dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha così decretato:
Opera 1^ classificata: «In corso di definizione» di David Bonechi, Monsummano Terme (Pistoia). Questa la motivazione della Giuria: «Attuale, in una scrittura quasi ad acquerello, il racconto dipinge con semplicità i sentimenti, le paure che accompagnano i due giovani genitori stranierI la nascita di una nuova vita in quel paese che accoglie e dovrebbe essere casa. E invece la realtà si scontra con diritto naturale ad un dignitoso riconoscimento di esistenza… in un tempo dolorosamente sospeso in attesa che la vita conquisti la sua definizione nell’astratto casellario della legge degli uomini». Monica Colombini
Vince: Attestato – Targa Città di Melegnano – Pubblicazione di un libro di 32 pagine edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione gratuita di 100 copie all’autore – Pubblicazione del racconto sull’Antologia della Sezione Narrativa.
Opera 2^ classificata: «La quercia» di Paola Pezzali, Pavia. Questa la motivazione della Giuria: «Chi non conosce la profondità di quello che è l’equilibrio delle creature dell’universo può generare etichetta ciò che non comprende come pazzia. Un piccolo ma efficace ritratto di donna che affascina, per quella sua capacità di specchiarsi, confondersi e fondersi con l’elemento naturale con amore infinito fino all’ultimo richiamo». Monica Colombini
Opera 3^ classificata: «Mio caro Franz» di Giuseppe Sorrentino, Napoli. Questa la motivazione della Giuria: «Un racconto che intenerisce, perché in fondo ognuno vorrebbe avere avuto un professore che diventa maestro e Franz affiora nel racconto con tutta la sua capacità di essere riferimento culturale, dispensatore di affetto ed esempio di vita». Monica Colombini
Opera 4^ classificata: «La casa di Gina» di Roberto Fiorentini, Cremona. Questa la motivazione della Giuria: «Una scrittura che intriga in bilico tra realtà, sogno e ricordo. I ricordi di infanzia, la casa, i giochi, gli amori si fanno reali fino al punto di rendere a sua volta il momento tragico della morte stessa… illusione. Chi ha tanto riempito le nostre vite non può mai morire veramente». Monica Colombini
Opera 5^ classificata: «La consistenza del sangue» di Andrea Tani, Firenze. Questa la motivazione della Giuria: «La scrittura si apre ad immagini oniriche mentre il precipitare di una malattia che annulla e divide fa da sfondo doloroso ad una bella figura di uomo che si è assunto il ruolo di padre». Monica Colombini
Opera 6^ classificata: «Tesoru» di Francesco Sonis, Mogoro (Oristano). Questa la motivazione della Giuria: «Un gradevole affresco di cultura e civiltà contadina sarda che racconta della verità della fatica, del lavoro, di valori e tradizioni antiche e dell’umano bisogno di riscatto». Monica Colombini
Opera 7^ classificata: «Chiudere il cerchio» di Gianni Romano, Treviso. Questa la motivazione della Giuria: «Una scrittura sintetica e diretta descrive con una costruzione non priva di suspense la parabola umana di un uomo malato che sceglie di chiudere i conti col passato». Monica Colombini
Opera 8^ classificata: «Anche gli angeli ti guardano» di Pietro Rainero, Acqui Terme (Alessandria). Questa la motivazione della Giuria: «Una delicata… lettera di addio… da ogni parola sgorga e sale al cielo il dolore della perdita». Monica Colombini
Opera 9^ classificata: «L’uomo che ascoltava i mobili» di Remo Badoer, Padova. Questa la motivazione della Giuria: «Un escamotage letterario surreale apre ad una cascata di ricordi di vita che diventano immagini reali, precise. Quando la vita ha attraversato una casa, gli affetti, i momenti felici e i dolori intridono tutto, anche gli oggetti che tornano involontariamente a raccontare». Monica Colombini
Opera 10^ classificata: «Una vita priva di pensieri» di Angela Spagnolo, Firenze. Questa la motivazione della Giuria: «In una scrittura scandita, scarna, che va dritta al punto… la vita della protagonista ruota nella spirale totalizzante di chi vive quotidianamente l’autismo di un figlio. E il pensiero totalizzante diventa assenza di pensiero e bisogno disperato di ritrovare se stessi». Monica Colombini
Dal 2° al 10° classificato vincono: Attestato – Pubblicazione del racconto in Volume Antologico dei racconti vincitori della sezione Narrativa, edito dalla casa editrice Montedit con assegnazione di 3 copie gratuite a ciascun Autore – Pubblicazione del racconto su Internet www.club.it
Opera Segnalata con Attestato di Merito: «Zigu e la voce della montagna» di Fabrizio Nigro, Sesto Fiorentino (Firenze). Questa la motivazione della Giuria: «Piacevole racconto che si fa favola d’altri tempi». Monica Colombini
La cerimonia di premiazione avverrà nella città di Melegnano sabato 12 aprile 2025. Gli Autori premiati riceveranno a breve comunicazione in merito luogo, orario e modalità della premiazione.